martedì 24 maggio 2011

I PRIMI STRUMENTI DI SCRITTURA

Le più antiche forme di scrittura, sviluppatesi nella "mezzaluna fertile" del Medio Oriente, avevano come supporto l'argilla fresca su cui lo scriba tracciava i segni con uno stilo di legno o di canna per incidere la materia plastica. Gli egizi per scrivere sui papiri usavano lo stelo della stessa pianta che, intinto nell'inchiostro(calamaio) si sfilacciava a formare un pennello. I greci e i romani adottarono stili metallici per incidere le tavolette cerate o steli di graminacee per vergare con gli inchiostri vegetali i papiri e le pergamene. Fu Isidoro di Siviglia a parlare per primo, nel VII secolo, di penne di uccello utilizzate nella scrittura su pergamena. Per la particolare consistenza e durata nel Medioevo si affermarono le penne d'oca, che divennero il più diffuso strumento di scrittura fino all'Ottocento. Nel 1830 l'inglese J. Perry inventò i primi pennini d'acciaio esaltandone l'elasticità provocando la graduale scomparsa delle penne d'oca. I pennini d'acciaio montati su canne di legno o d'avorio lasciavano però cadere macchie d'inchiostro nel trasferimento dal calamaio al foglio. La soluzione poteva essere rappresentata da uno stilo, cavo all'interno, da riempire di inchiostro, cui si era cominciato a pensare sin dai primi anni del XVII secolo, quando si era tentato senza successo di riempire d'inchiostro la cavità di una penna d'oca. Il brevetto dell'inglese F.B. Foelsch, depositato nel 1809, per una penna a serbatoio, cannuccia e capsula con pennino aprì la strada alla progettazione e produzione delle penne stilografiche. Il successo delle stilografiche fu immediato: la facilità di riempimento del serbatoio dell'inchiostro e la fluidità e velocità di scrittura valsero ai nuovi strumenti di scrittura un universale riconoscimento, trattenuto solo dall'alto costo. La diffusione della plastica come materia prima a basso costo nella fabbricazione delle penne fu la ragione della grande popolarità delle stilografiche all'indomani della prima guerra mondiale. Dopo la seconda guerra mondiale comparve ed ebbe rapida diffusione la prima penna "a perdere" e cioè la penna a sfera, più comunemente nota come biro (dall'inventore, l'ungherese L. Biró); essa consiste in una cannuccia di plastica contenente un inchiostro semisolido che viene trasferito sul foglio tramite una piccola sfera rotante collocata all'estremità della cannuccia. Ma nel frattempo era apparsa la macchina per scrivere.



Penna d'oca con inchiostro

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