domenica 15 maggio 2011

SCRITTURA ETRUSCA

La scrittura etrusca è la più antica tra quelle delle popolazioni dell'Italia pre-romana e la storia della sua formazione si riallaccia direttamente con la nascita delle scritture alfabetiche occidentali, codificate a partire dal modello fenicio attraverso la mediazione greca. In realtà si può dire che la scrittura sia giunta in Italia assieme ai coloni greci, che hanno portato con sé l’alfabeto sin dal loro arrivo sul suolo italiano nella prima metà dell’VIII secolo a.C. Da Pythekoussai e poi da Cuma in Campania, la scrittura si è rapidamente diffusa presso gli Etruschi, primi partners commerciali italiani dei Greci, attraverso il contatto diretto tra gruppi aristocratici etruschi e le élites coloniali. L’alfabeto arrivò in Etruria assieme all’ideologia del simposio ed ai fermenti culturali ed artistici provenienti dal vicino Oriente, facendo sì che la scrittura sia fra tutti il fenomeno più caratterizzante della cosiddetta epoca Orientalizzante. L’alfabeto greco, nella sua variante euboico-calcidese, in uso presso i più antichi coloni della Campania, in un primo tempo fu adottato dagli Etruschi integralmente, comprendendo anche le lettere della serie fenicia inutilizzate dalla scrittura greca e quelle non necessarie alla trascrizione della lingua etrusca. Di fatto si può dire che fino alla prima metà del VI secolo a.C. le scritture in uso in Italia (greca, latina, etrusca ed italiche) facevano uso di un medesimo modello alfabetico, ben esemplificato da quello trascritto sulla tavoletta di Marsiliana d’Albegna. Con il passare del tempo, l’evoluzione della scrittura etrusca comportò l’introduzione di nuove varianti per i segni (per esempio il theta a circolo vuoto ovvero a croce, la sparizione del codolo inferiore di alcune lettere o la forma curva dei tratti obliqui), senza modificare eccessivamente la sequenza alfabetica e senza stravolgere il sistema scrittorio. Dal punto di vista della lingua, la cosiddetta epigrafia etrusca recente, a partire dal V secolo a.C., si distingue da quella arcaica per il fenomeno della sincope, a causa del quale le vocali dopo l’accento si indeboliscono nella pronuncia e non vengono trascritte, originando grafie come Menrvarispetto a Menerva (nome di dea) o turce rispetto a turuce (verbo di dono).



tavoletta con esempio di scrittura etrusca

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