La cultura latina è profondamente debitrice nei confronti di quella etrusca. Probabilmente persino l'alfabeto latino è derivazione diretta da quello etrusco, piuttosto che da quello greco. Il sistema alfabetico latino era composto di 23 fonemi, misti fra vocali e consonanti.
L'espansione dell'impero romano esportò l'alfabeto latino quasi in tutto l'orbe allora conosciuto e rese la scrittura una pratica corrente.
Alcune iscrizioni romane che risalgono al III-II secolo a.C. permettono di comprendere i caratteri generali della scrittura latina.
La capostipite di tutte le scritture latine è la capitale arcaica che veniva impiegata per iscrizioni di tipo monumentale. A seconda dello stile impiegato e delle finalità si distinguono:
la capitale quadrata, o epigrafica, così denominata per la regolarità delle proporzioni tra l'altezza e la larghezza delle lettere,è una scrittura elegante di grandi dimensioni, che di norma veniva eseguita su pietra con scalpello per iscrizioni funebri, onorarie o dedicatorie; la capitale attuaria, meno regolare, veniva usata per iscrizioni di tipo documentario e la capitale corsiva, ancora meno regolare e proporzionata, veniva utilizzata per graffiti e realizzata con strumenti scrittori diversi (pennelli, gesso o carbone, con uno stilo su materia molle, calamo o fusto di canna tagliata) e su supporti più duttili e meno nobili del marmo e della pietra (tessuti, scorza d'albero, legno, terracotta, cera, piombo).
Venne usata in seguito anche su papiro e impiegata come scrittura libraria dal IV secolo d.C.,ed è il modello di scrittura utilizzato attualmente nella maggior parte dei paesi mondiali.
Esempio di scrittura romana
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